GplBrevettuale D1074255845 A (151.100.123.13) #Sono sempre pi frequenti le conferenze e i dibattiti sulla #propriet¢ intellettuale, sia tra i promotori che tra i detrattori #di brevetti e copyright. In simili incontri, fino a poco tempo fa, #chi promuoveva una ricerca pi libera e pubblica citava #regolarmente l'esempio dell'informatica: in quel campo scientifico, #infatti, grandi progressi teorici e applicati sono stati favoriti #dalla libera condivisione della conoscenza. Di solito, poi, si #finiva a parlare di Linux, il sistema operativo gratuito sviluppato #sotto una Licenza di Pubblico Dominio (General Public License). In #pratica, l'autore di un'applicazione informatica posta sotto GPL usa #il proprio diritto d'autore (che gli appartiene per natura) per #impedire che le innovazioni derivate dalla propria opera vengano #poste sotto licenze proprietarie. Si tratta cio│ di un "hacking #giuridico", una legislazione, quella sul diritto d'autore, #intelligentemente ribaltata per farne un mezzo di liberazione, di #segno opposto a quello originale. In alcuni casi, si arrivava #addirittura a citare altri campi in cui la privatizzazione del #copyright pu￲ essere combattuta in forme giuridicamente efficaci #come la GPL (si veda il sito di Creative Commons, un #movimento di giuristi contro il copyright). Ma raramente si andava #oltre. # #Negli ultimi tempi, questo schema tutto basato sull'esempio della #GPL comincia ad andare un po' stretto. Infatti, il dibattito sulla #propriet¢ intellettuale non ha grande impatto se non raggiunge le #varie comunit¢ scientifiche. Ma la maggior parte delle scoperte #vengono commercializzate per mezzo dei brevetti, non del copyright. #E l↓ tutto cambia. Infatti, mentre il copyright │ un diritto #naturale dello scopritore, depositare un brevetto costa e richiede #molti sforzi. Ma i brevetti fanno molto pi male del copyright: #basti pensare al caso dei farmaci. # #Per questo motivo, negli incontri pi recenti(per esempio, al #WSIS? WE SEIZE! che si │ svolto a Ginevra) si │ parlato di #estendere la cultura del Free Software a settori diversi #dall'informatica, a partire proprio dalle tecnologie della vita. #Finora, i rarissimi esempi di applicazioni diverse dal software #riguardano proprio l'hardware dei computer #(http://www.eetimes.com/story/OEG20010201S0050), dato che un numero #piccolo ma crescente di ricercatori #(http://www.f-cpu.org,http://www.opencores.org lavora alla #progettazione di un "processore open source". # #In altri campi, mancano strumenti adeguati. Il progetto Consumer #Project on Technology (CPT, http://www.cptech.org), guidato da James #Love, suggerisce alcune piste: schematicamente, il CPT invoca #maggiori finanziamenti pubblici per i ricercatori scientifici e #limitazioni forti alla brevettabilit¢ della ricerca. # #E' una strada, e sarebbe bello se fosse applicata davvero. Perche' #si realizzi, occorre che qualche istituzione (nazionale o #sovranazionale) ribalti l'attuale assetto del finanziamento della #ricerca sotto la spinta necessaria di un movimento socialmente #diffuso. Ma forse si fonda su una visione statalistica della ricerca #che non si addice piu' alla ricerca scientifica attuale, sempre piu' #reticolare, transnazionale e ibrida, sapiente miscela di pubblico e #privato. # #Si potrebbe, pero', tentare di seguire la strada suggerita dal Free #Software. Il concetto di "pubblico" cui fa riferimento il Free #Software e' sganciato dal sostegno delle istituzioni, e si riproduce #in maniera molecolare, senza dover raggiungere una soglia #istituzionale per divenire efficace: anche pochi programmatori sono #stati capaci di creare saperi liberi e pubblici, senza alcun #riconoscimento statale. Grazie al meccanismo di autoreplicazione #della GPL, dal piccolo nucleo iniziale i produttori di Free Software #si sono moltiplicati. # #Questo meccanismo autonomo di autoreplicazione │ stata l'arma #segreta contro il copyright: forse anche in ambito brevettuale #occorre far tesoro di questa lezione, piuttosto che attendere che le #istituzioni riconoscano volontariamente la necessit¢ di una #conoscenza libera e pubblica (perch← dovrebbero?). Ma per questo #serve una GPL # D1074259338 A (151.100.123.13) #Sono sempre piu' frequenti le conferenze e i dibattiti sulla #proprieta' intellettuale, sia tra i promotori che tra i detrattori #di brevetti e copyright. In simili incontri, fino a poco tempo fa, #chi promuoveva una ricerca piu' libera e pubblica citava #regolarmente l'esempio dell'informatica: in quel campo scientifico, #infatti, grandi progressi teorici e applicati sono stati favoriti #dalla libera condivisione della conoscenza. Di solito, poi, si #finiva a parlare di Linux, il sistema operativo gratuito sviluppato #sotto una Licenza di Pubblico Dominio (General Public License). In #pratica, l'autore di un'applicazione informatica posta sotto GPL usa #il proprio diritto d'autore (che gli appartiene per natura) per #impedire che le innovazioni derivate dalla propria opera vengano #poste sotto licenze proprietarie. Si tratta cio│ di un "hacking #giuridico", una legislazione, quella sul diritto d'autore, #intelligentemente ribaltata per farne un mezzo di liberazione, di #segno opposto a quello originale. In alcuni casi, si arrivava #addirittura a citare altri campi in cui la privatizzazione del #copyright puo' essere combattuta in forme giuridicamente efficaci #come la GPL (si veda il sito di Creative Commons, un #movimento di giuristi contro il copyright). Ma raramente si andava #oltre. # #Negli ultimi tempi, questo schema tutto basato su Linux comincia ad #andare un po' stretto. Infatti, ci si sta accorgendo che il #dibattito sulla proprieta' intellettuale non avra' mai grande #impatto se non raggiunge le varie comunita' scientifiche. Ma la #maggior parte delle scoperte vengono commercializzate per mezzo dei #brevetti, non del copyright. E questo cambia tutto. Infatti, mentre #il copyright e' un diritto naturale dello scopritore, depositare un #brevetto costa e richiede molti sforzi burocratici. Ma i brevetti #fanno molto piu' male del copyright: basti pensare al caso dei #farmaci, il cui accesso e' negato a un intero emisfero. # #Per questo motivo, negli incontri piu' recenti(per esempio, al WSIS? #WE SEIZE! che si e' svolto a Ginevra) si e' parlato di estendere la #cultura del Free Software a settori diversi dall'informatica, a #partire proprio dalle tecnologie della vita. Finora, i rarissimi #esempi di applicazioni diverse dal software riguardano proprio #l'hardware dei computer #(http://www.eetimes.com/story/OEG20010201S0050), dato che un numero #piccolo ma crescente di ricercatori #(http://www.f-cpu.org,http://www.opencores.org lavora alla #progettazione di un "processore open source". # #In altri campi, mancano strumenti adeguati. Il progetto Consumer #Project on Technology (CPT, http://www.cptech.org), guidato da James #Love, suggerisce alcune piste: schematicamente, il CPT invoca #maggiori finanziamenti pubblici per i ricercatori scientifici e #limitazioni forti alla brevettabilita' della ricerca. # #E' una strada, e sarebbe bello se fosse applicata davvero. Perche' #si realizzi, occorre che qualche istituzione (nazionale o #sovranazionale) ribalti l'attuale assetto del finanziamento della #ricerca sotto la spinta necessaria di un movimento socialmente #diffuso. Ma forse si fonda su una visione statalistica della ricerca #che non si addice piu' alla ricerca scientifica attuale, sempre piu' #reticolare, transnazionale e ibrida, sapiente miscela di pubblico e #privato. # #Si potrebbe, pero', tentare di seguire la strada suggerita dal Free #Software. Il concetto di "pubblico" cui fa riferimento il Free #Software e' sganciato dal sostegno delle istituzioni, e si riproduce #in maniera molecolare, senza dover raggiungere una soglia #istituzionale per divenire efficace: anche pochi programmatori sono #stati capaci di creare saperi liberi e pubblici, senza alcun #riconoscimento statale. Grazie al meccanismo di autoreplicazione #della GPL, dal piccolo nucleo iniziale i produttori di Free Software #si sono moltiplicati. # #Questo meccanismo autonomo di autoreplicazione e' stata l'arma #segreta contro il copyright: forse anche in ambito brevettuale #occorre far tesoro di questa lezione, piuttosto che attendere che le #istituzioni riconoscano volontariamente la necessita' di una #conoscenza libera e pubblica (perche' dovrebbero?). Ma per questo #serve uno strumento analogo alla GPL, quindi con i requisiti di # #1) autoreplicazione 2) semplicita' e gratuita' di accesso # #Sarebbe bello se nei prossimi incontri su copyright e brevetti si #discutesse di quali vie imboccare contro la proprieta' intellettuale. # D1074259531 A (151.100.123.13) #Sono sempre piu' frequenti le conferenze e i dibattiti sulla #proprieta' intellettuale, sia tra i promotori che tra i detrattori #di brevetti e copyright. In simili incontri, fino a poco tempo fa, #chi promuoveva una ricerca piu' libera e pubblica citava #regolarmente l'esempio dell'informatica: in quel campo scientifico, #infatti, grandi progressi teorici e applicati sono stati favoriti #dalla libera condivisione della conoscenza. Di solito, poi, si #finiva a parlare di Linux, il sistema operativo gratuito sviluppato #sotto una Licenza di Pubblico Dominio (General Public License). In #pratica, l'autore di un'applicazione informatica posta sotto GPL usa #il proprio diritto d'autore (che gli appartiene per natura) per #impedire che le innovazioni derivate dalla propria opera vengano #poste sotto licenze proprietarie. Si tratta cio│ di un "hacking #giuridico", una legislazione, quella sul diritto d'autore, #intelligentemente ribaltata per farne un mezzo di liberazione, di #segno opposto a quello originale. In alcuni casi, si arrivava #addirittura a citare altri campi in cui la privatizzazione del #copyright puo' essere combattuta in forme giuridicamente efficaci #come la GPL (si veda il sito di Creative Commons, un #movimento di giuristi contro il copyright). Ma raramente si andava #oltre.
# #Negli ultimi tempi, questo schema tutto basato su Linux comincia ad #andare un po' stretto. Infatti, ci si sta accorgendo che il #dibattito sulla proprieta' intellettuale non avra' mai grande #impatto se non raggiunge le varie comunita' scientifiche. Ma la #maggior parte delle scoperte vengono commercializzate per mezzo dei #brevetti, non del copyright. E questo cambia tutto. Infatti, mentre #il copyright e' un diritto naturale dello scopritore, depositare un #brevetto costa e richiede molti sforzi burocratici. Ma i brevetti #fanno molto piu' male del copyright: basti pensare al caso dei #farmaci, il cui accesso e' negato a un intero emisfero.
# #Per questo motivo, negli incontri piu' recenti(per esempio, al WSIS? #WE SEIZE! che si e' svolto a Ginevra) si e' parlato di estendere la #cultura del Free Software a settori diversi dall'informatica, a #partire proprio dalle tecnologie della vita. Finora, i rarissimi #esempi di applicazioni diverse dal software riguardano proprio l'hardware dei #computer, dato che un numero piccolo ma crescente di ricercatori lavora alla #progettazione di un processore open source.
# #In altri campi, mancano strumenti adeguati. Il progetto Consumer Project on Technology #(CPT), guidato da James Love, suggerisce alcune piste: #schematicamente, il CPT invoca maggiori finanziamenti pubblici per i #ricercatori scientifici e limitazioni forti alla brevettabilita' #della ricerca.
# #E' una strada, e sarebbe bello se fosse applicata davvero. Perche' #si realizzi, occorre che qualche istituzione (nazionale o #sovranazionale) ribalti l'attuale assetto del finanziamento della #ricerca sotto la spinta necessaria di un movimento socialmente #diffuso. Ma forse si fonda su una visione statalistica della ricerca #che non si addice piu' alla ricerca scientifica attuale, sempre piu' #reticolare, transnazionale e ibrida, sapiente miscela di pubblico e #privato.
# #Si potrebbe, pero', tentare di seguire la strada suggerita dal Free #Software. Il concetto di "pubblico" cui fa riferimento il Free #Software e' sganciato dal sostegno delle istituzioni, e si riproduce #in maniera molecolare, senza dover raggiungere una soglia #istituzionale per divenire efficace: anche pochi programmatori sono #stati capaci di creare saperi liberi e pubblici, senza alcun #riconoscimento statale. Grazie al meccanismo di autoreplicazione #della GPL, dal piccolo nucleo iniziale i produttori di Free Software #si sono moltiplicati.
# #Questo meccanismo autonomo di autoreplicazione e' stata l'arma #segreta contro il copyright: forse anche in ambito brevettuale #occorre far tesoro di questa lezione, piuttosto che attendere che le #istituzioni riconoscano volontariamente la necessita' di una #conoscenza libera e pubblica (perche' dovrebbero?). Ma per questo #serve uno strumento analogo alla GPL, quindi con i requisiti di
# #1) autoreplicazione
# #2) semplicita' e gratuita' di accesso
# #Sarebbe bello se nei prossimi incontri su copyright e brevetti si #discutesse di quali vie imboccare contro la proprieta' intellettuale. # D1074259568 A (151.100.123.13) #Sono sempre piu' frequenti le conferenze e i dibattiti sulla #proprieta' intellettuale, sia tra i promotori che tra i detrattori #di brevetti e copyright. In simili incontri, fino a poco tempo fa, #chi promuoveva una ricerca piu' libera e pubblica citava #regolarmente l'esempio dell'informatica: in quel campo scientifico, #infatti, grandi progressi teorici e applicati sono stati favoriti #dalla libera condivisione della conoscenza. Di solito, poi, si #finiva a parlare di Linux, il sistema operativo gratuito sviluppato #sotto una Licenza di Pubblico Dominio (General Public License). In #pratica, l'autore di un'applicazione informatica posta sotto GPL usa #il proprio diritto d'autore (che gli appartiene per natura) per #impedire che le innovazioni derivate dalla propria opera vengano #poste sotto licenze proprietarie. Si tratta cio│ di un "hacking #giuridico", una legislazione, quella sul diritto d'autore, #intelligentemente ribaltata per farne un mezzo di liberazione, di #segno opposto a quello originale. In alcuni casi, si arrivava #addirittura a citare altri campi in cui la privatizzazione del #copyright puo' essere combattuta in forme giuridicamente efficaci #come la GPL (si veda il sito di Creative Commons, un #movimento di giuristi contro il copyright). Ma raramente si andava #oltre.
# #Negli ultimi tempi, questo schema tutto basato su Linux comincia ad #andare un po' stretto. Infatti, ci si sta accorgendo che il #dibattito sulla proprieta' intellettuale non avra' mai grande #impatto se non raggiunge le varie comunita' scientifiche. Ma la #maggior parte delle scoperte vengono commercializzate per mezzo dei #brevetti, non del copyright. E questo cambia tutto. Infatti, mentre #il copyright e' un diritto naturale dello scopritore, depositare un #brevetto costa e richiede molti sforzi burocratici. Ma i brevetti #fanno molto piu' male del copyright: basti pensare al caso dei #farmaci, il cui accesso e' negato a un intero emisfero.
# #Per questo motivo, negli incontri piu' recenti(per esempio, al WSIS? #WE SEIZE! che si e' svolto a Ginevra) si e' parlato di estendere la #cultura del Free Software a settori diversi dall'informatica, a #partire proprio dalle tecnologie della vita. Finora, i rarissimi #esempi di applicazioni diverse dal software riguardano proprio l'hardware dei #computer, dato che un numero piccolo ma crescente di ricercatori lavora alla #progettazione di un processore open source.
# #In altri campi, mancano strumenti adeguati. Il progetto Consumer Project on Technology #(CPT), guidato da James Love, suggerisce alcune piste: #schematicamente, il CPT invoca maggiori finanziamenti pubblici per i #ricercatori scientifici e limitazioni forti alla brevettabilita' #della ricerca.
# #E' una strada, e sarebbe bello se fosse applicata davvero. Perche' #si realizzi, occorre che qualche istituzione (nazionale o #sovranazionale) ribalti l'attuale assetto del finanziamento della #ricerca sotto la spinta necessaria di un movimento socialmente #diffuso. Ma forse si fonda su una visione statalistica della ricerca #che non si addice piu' alla ricerca scientifica attuale, sempre piu' #reticolare, transnazionale e ibrida, sapiente miscela di pubblico e #privato.
# #Si potrebbe, pero', tentare di seguire la strada suggerita dal Free #Software. Il concetto di "pubblico" cui fa riferimento il Free #Software e' sganciato dal sostegno delle istituzioni, e si riproduce #in maniera molecolare, senza dover raggiungere una soglia #istituzionale per divenire efficace: anche pochi programmatori sono #stati capaci di creare saperi liberi e pubblici, senza alcun #riconoscimento statale. Grazie al meccanismo di autoreplicazione #della GPL, dal piccolo nucleo iniziale i produttori di Free Software #si sono moltiplicati.
# #Questo meccanismo autonomo di autoreplicazione e' stata l'arma #segreta contro il copyright: forse anche in ambito brevettuale #occorre far tesoro di questa lezione, piuttosto che attendere che le #istituzioni riconoscano volontariamente la necessita' di una #conoscenza libera e pubblica (perche' dovrebbero?). Ma per questo #serve uno strumento analogo alla GPL, quindi con i requisiti di
# #1) autoreplicazione
# #2) semplicita' e gratuita' di accesso
# #Sarebbe bello se nei prossimi incontri su copyright e brevetti si #discutesse di quali vie imboccare contro la proprieta' intellettuale. # D1074259948 A (151.100.123.13) #Sono sempre piu' frequenti le conferenze e i dibattiti sulla #proprieta' intellettuale, sia tra i promotori che tra i detrattori #di brevetti e copyright. In simili incontri, fino a poco tempo fa, #chi promuoveva una ricerca piu' libera e pubblica citava #regolarmente l'esempio dell'informatica: in quel campo scientifico, #infatti, grandi progressi teorici e applicati sono stati favoriti #dalla libera condivisione della conoscenza. Di solito, poi, si #finiva a parlare di Linux, il sistema operativo gratuito sviluppato #sotto una Licenza di Pubblico Dominio (General Public License). In #pratica, l'autore di un'applicazione informatica posta sotto GPL usa #il proprio diritto d'autore (che gli appartiene per natura) per #impedire che le innovazioni derivate dalla propria opera vengano #poste sotto licenze proprietarie. Si tratta cioe' di un "hacking #giuridico", una legislazione, quella sul diritto d'autore, #intelligentemente ribaltata per farne un mezzo di liberazione, di #segno opposto a quello originale. In alcuni casi, si arrivava #addirittura a citare altri campi in cui la privatizzazione del #copyright puo' essere combattuta in forme giuridicamente efficaci #come la GPL (si veda il sito di Creative Commons, un #movimento di giuristi contro il copyright). Ma raramente si andava #oltre.
# #Negli ultimi tempi, questo schema tutto basato su Linux comincia ad #andare un po' stretto. Infatti, ci si sta accorgendo che il #dibattito sulla proprieta' intellettuale non avra' mai grande #impatto se non raggiunge le varie comunita' scientifiche. Ma la #maggior parte delle scoperte vengono commercializzate per mezzo dei #brevetti, non del copyright. E questo cambia tutto. Infatti, mentre #il copyright e' un diritto naturale dello scopritore, depositare un #brevetto costa e richiede molti sforzi burocratici. Ma i brevetti #fanno molto piu' male del copyright: basti pensare al caso dei #farmaci, il cui accesso e' negato a un intero emisfero.
# #Per questo motivo, negli incontri piu' recenti(per esempio, al WSIS? #WE SEIZE! che si e' svolto a Ginevra) si e' parlato di estendere la #cultura del Free Software a settori diversi dall'informatica, a #partire proprio dalle tecnologie della vita. Finora, i rarissimi #esempi di applicazioni diverse dal software riguardano proprio l'hardware dei #computer, dato che un numero piccolo ma crescente di ricercatori lavora alla #progettazione di un processore open source.
# #In altri campi, mancano strumenti adeguati. Il progetto Consumer Project on Technology #(CPT), guidato da James Love, suggerisce alcune piste: #schematicamente, il CPT invoca maggiori finanziamenti pubblici per i #ricercatori scientifici e limitazioni forti alla brevettabilita' #della ricerca.
# #E' una strada, e sarebbe bello se fosse applicata davvero. Perche' #si realizzi, occorre che qualche istituzione (nazionale o #sovranazionale) ribalti l'attuale assetto del finanziamento della #ricerca sotto la spinta necessaria di un movimento socialmente #diffuso. Ma forse si fonda su una visione statalistica della ricerca #che non si addice piu' alla ricerca scientifica attuale, sempre piu' #reticolare, transnazionale e ibrida, sapiente miscela di pubblico e #privato.
# #Si potrebbe, pero', tentare di seguire la strada suggerita dal Free #Software. Il concetto di "pubblico" cui fa riferimento il Free #Software e' sganciato dal sostegno delle istituzioni, e si riproduce #in maniera molecolare, senza dover raggiungere una soglia #istituzionale per divenire efficace: anche pochi programmatori sono #stati capaci di creare saperi liberi e pubblici, senza alcun #riconoscimento statale. Grazie al meccanismo di autoreplicazione #della GPL, dal piccolo nucleo iniziale i produttori di Free Software #si sono moltiplicati.
# #Questo meccanismo autonomo di autoreplicazione e' stata l'arma #segreta contro il copyright: forse anche in ambito brevettuale #occorre far tesoro di questa lezione, piuttosto che attendere che le #istituzioni riconoscano volontariamente la necessita' di una #conoscenza libera e pubblica (perche' dovrebbero?). Ma per questo #serve uno strumento analogo alla GPL, quindi con i requisiti di
# #1) autoreplicazione
# #2) semplicita' e gratuita' di accesso
# #Sarebbe bello se nei prossimi incontri su copyright e brevetti si #discutesse di quali vie imboccare contro la proprieta' intellettuale. # D1076378171 A (137.186.244.103) # #S # D1076378201 A (137.186.244.103) #this page has been removed D1079552487 Aandrey (136.159.220.110) #[http://plan9.bell-labs.com/plan9dist] #